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giovedì 22 settembre 2016
Camelbak Ultra Pro Vest
Camelbak Ultra Pro Vest peso 180gr, capacità di 4,5L
Camelbak Ultra Pro Vest Black
Camelbak Ultra Pro Vest Lime Punch
La linea di zaini Camelbak 2017 per il trail running si rinnova con sostanziali modifiche, che riguardano in special modo tessuti, sia quello di "rivestimento", di tipo idrorepellente; sia il mesh che costituisce lo schienale e gli spallaci, adesso ancor più traspirante: Queste modifiche rendono questi zaini più leggeri e più morbidi, permettendo una vestibilità ancor più fasciante sul torso.
Anche i vari lacci e clip sono stati ridotti di dimensioni, senza niente togliere alla funzionalità.
Camelbak Ultra Pro: 2 softlask, smartphone, vari gel nelle tasche superiori e barrette nei fianchetti, headband e guanti; maglia termica e manicotti in lana merino all'interno della sacca: pronti per un ultratrail!
Camelbak Ultra Pro: tutta la struttura portante dello zaino è costituita da un unico tessuto Mesh 3D molto traspirante, morbido e comunque ben resistente.
Invariata l’impostazione degli spallacci nel Circuit e nel Ultra10, non così nell’UltraPro, che sostituisce l'Ultra4, che è un vero e proprio zaino a gilet, con fianchetti laterali con comode tasche laterali, in tessuto elastico, dove poter mettere un eventuale riserva energetica di abrrette e/o gel, oppire infilarci al volo piccoli indumenti come guanti o cappelli, quando il freddo passa e non serve tenerli
Considero questo zaino – come tutti gli zaini a gilet- più adatto per situazioni con clima freddo: la presenza dei fianchetti, un ulteriore “strato” di tessuto da portare addosso, può limitare la traspirazione in una delle zone più importanti per la regolazione termica, proprio là dove di solito le magliette da “performance” presentano degli inserti di tessuto più traforato per migliorarla…Cosa che non costituisce un problema quando, col freddo, si indossano maglie termiche o giacche a vento. C'è comunque da dire che, grazie al tesssuto mesh a maglie larghe adottato per tutto il rivestivento strutturale interno dello zaino, la traspirazione risulta migliore rispetto alla maggior parte degli altri zaini a gilet, che si inzuppano più facilmente, bagnando anche il contenuto... sia chiaro, anche qui si corre il rischi, quindi comunque, se si decide di porci qualche cosa in tessuto o qualcosa di tecnologico, sempre meglio riporlo all'interno di un sacchettino di plastica. Nelle precedenti versioni degli zaini Camelbak, questo succedeva anche per quanto riguardava gli oggetti messi dentro la tasca zippata sullo spallaccio anteriore sinistro, cosa che adesso è stata risolta grazie al rivestimento interno in tessuto idrorepellente, più efficace del precedente.
Ridisegnata la sacca posteriore, che adesso nasconde anche uno scomparto, accessibile dai due lati, dove mettere cose “al volo”, tipo una giacca antipioggia.Questo scomparto è ricavato sopra la sacca posteriore, ed è dotata di una discreta elasticità, tale da permettere agli oggetti di restare compressi e non volar via
Questo zaino – così come il Circuit, ma non l'Ultra 10 se ben carico - si può facilmente indossare al di sotto di un eventuale giacca a vento o antipioggia, senza andare a limitare la vestibilità del capo (se questo non è di vestibilità aderente, ma una taglia che veste un po più larga; io l'ho usato sia sotto la mia taglia con giubbotti LaSportiva Hail Jacket, o Montane Mountain Star, presi della mia taglia. )
Camelbak Ultra Pro
Torso di una persona altra 177cm, con torace di 105cm di diametro: lo zaino veste bene, non intralcia il movimento delle bracci o delle scapole. Lo zaino fascia bene senze dare sensazione di compressione/costrizione.
Nessuno dei nuovi modelli Camelbak 2017 presenta gli spallacci regolabili in lunghezza, come succedeva per l'Ultra 4 e Ultra 10 lo scorso anno: cosa che non è necessaria, visto la disponibilità di taglie diverse per l'Ultra Pro , e della facilità di regolazioni possibili grazie alle stringhe frontali laterali per il Circuit e l'Ultra 10.
L'adozione del mesh 3D ad ampie maglie, più morbido e flessibile, rende morbida la vestibilità sul dorso, senza risultare instabile. Lo zaino non balla sulle spalle, le borracce non oscillano durante la corsa, gli oggetti inseriti nel vano "intercapedine" non escono fuori , sia che si tratti di vestiario, sia che si tratti di .. banane (beh, uscendo fuori al mattino prima dell'alba, senza aver fatto colazione, e prima dell'orario di apertura del mio bar preferito... ho pensato di tenere un paio di banane e un brik di succo di frutta a portata di mano, che fare colazione a base di barrette non è proprio il massimo della felicità...)
Importanti migliorie di utilizzo sono state apportate grazie alle nuove softflask Quick Stow, che presentano una superficie superiore e il bordo perimetrale che le rende quel tanto più rigida da rendere più stabile la forma della sfotlask, cosa che rende più facile l'operazione di inserimento della softflask nello spallaccio; inoltre la softflask presenta un più ampio tappo che ne facilita il rifornimento e facilita l'inserimento di vari "polveri" idrosolubili
Camelbak Ultra Pro: i ganci sono piccoli, così come le stringhe, che si possono agganciare al bordo interno dello spallaccio, a diverse altezze, come si vede dalla foto sotto.
Camelbak Ultra Pro
Camelbak Ultra Pro: il mesh traforate ad ampie maglie, non è affato un tessuto fragile!
Camelbak Ultra Pro: le tasche ai finachetti sono profonde ed il tessuto elasticizzato permette di stipare in maneira stabile gli oggetti.
Camelbak Ultra Pro: la tasca con accesso laterale che permette di stiparvi indumenti ed oggett
Camelbak Ultra Pro: l'acccesso alla sacca interna è costituito da una palpebra elsticizzata
Camelbak Ultra Pro: il bordo più ampio della softlask ne irrigidisce la struttura, rendendola più maneggevole
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