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martedì 1 maggio 2012

Saucony Kinvara Trail - Recensione



Saucony Kinvara Trail

La Saucony Kinvara Trail è un modello che si inserisce nel mondo delle scarpe minimaliste, presentando un intersuola molto bassa, 16,5mm al tallone e 12,5 all'avampiede , ed un peso di soli 220gr; diretta concorrente della New Balance MT10.

 
Quel che colpisce di questa scarpa , una volta indossata, è la comodità. Il piede giace su una soletta molto elastica che risponde dolcemente alla pressione del peso corporeo.

 
  

 
Tutta la zona intorno al tallone e alla caviglia è rivestita con un tessuto piacevole al tatto, e presenta un imbottitura morbida; il collarino ha un profilo che si alza bene sul tendine d'Achille e presenta due pad laterali, nella zona della toe-box, ben imbottiti , che avvolgono il piede poco sotto la caviglia , e svolgono una funzione di sostegno, poiché la conchiglia plastificata al tallone è molto bassa, così da liberare il tendine da ogni tipo di pressione, ma in modo di contenere il piede durante gli spostamenti laterali. A tal fine, proprio in quel punto , la superficie della tomaia presenta , su entrambe i lati, degli inserti di materiale sintetico che la rinforzano, contribuendo alla stabilità della calzata. La tomaia è costituita da un mesh molto morbido, in un unico pezzo che non presenta cuciture, permettendo di calzare la scarpa l'uso di calzini. Le cuciture degli inserti protettivi posti sul puntale non sono coperti, internamente, da alcun rivestimento, ma durante l'uso non sono state causa di alcuna irritazione. La linguetta è molto morbida, il meccanismo di allacciatura è di tipo ad occhielli, ma i lacci, in tessuto morbido e dal profilo piatto, non creano punti di pressione sul dorso del piede.
 




La superficie esterna della tomaia presenta uno strato di materiale plastico saldato che, grazie alle sue “propaggini” ben posizionate, contribuisce alla stabilità della struttura della tomia, assicurando una calzata ben contenitiva, nonché alla sua resistenza.
La zona dell'avampiede ha una forma classica, non presenta una zona alluce molto aperta, come accade in altre calzature minimaliste; questo permette all'atleta, che per la prima volta si avvicina a questo tipo di scarpa minimalista, di non trovarsi disorientato da quel tipo di impostazione, e di avere lo stesso feeling di calzata al quale è abituato con una scarpa più convenzionale.
Ben altre sono le caratteristiche al quale l'atleta dovrà abituarsi... perché questa è una scarpa che, con così poca gomma sotto il piede, e un differenziale di soli 4mm, comporta già tanti cambiamenti nel modo in cui l'atleta dovrà rapportarsi con la corsa: un gesto non poggiato sul tallone, in quanto la scarpa è priva di qualsiasi artefatto che assorba gli shock da impatto; un appoggio del piede più caricato sull'avampiede e sulla zona mediale, cosa normale per gli atleti dotati di corsa molto efficiente, ma caratteristica che l'”amatore” deve sviluppare, con la dovuta gradualità, impostando anche un altro tipo di passo, non più lungo e con lungo tempo di fase di volo, ma più corto, con una maggiore cadenza e un minor tempo di fase di volo; questi particolari diminuiscono così la forza che si scarica nell'impatto, disperdendola su una più ampia zona d'impatto, ben 2/3 della superficie del piede, contro il solo 1/3 che avviene impattando di tallone.





Il reparto suola-intersuola ha la funzione di guscio che protegge bene il piede dalle asperità del fondo, grazie ad un placca inserita sopra la suola che si estende per tutta la zona dall'avampiede fino all'arco mediale, mentre il tallone, dove l'intersuola ha un maggiore spessore, risulta morbida, ed ha una discreta capacità di smorzamento, che può risultare utile percorrendo certi tipi di discese.
La suola assicura una notevole presa al terreno, grazie ad disegno dei tasselli molto aggressivo e multi-direzionale, e alla presenza di “chiodini” gommati ; i tasselli sul tallone permettono una buona presa e ripresa di aderenza in caso di momentanee perdite di appoggio dovute a passaggi sopra pietre o radici bagnate. La tenuta sul bagnato è notevole, anche su passaggi di fondo pietroso. Su fango ottima la tenuta in appoggio, anche in discesa; si perde trazione solo in fase di spinta, forse perchè la scarpa, a causa della placca protettiva nell'intersuola, non è abbastanza flessibile - nella zona mediale - da permettere di staccare il piede con una rullata più fluida; la scarpa scarica sull'avampiede tutta la forza, forse in maniera troppo diretta, netta - spostando il terreno viscido e non compatto più che spostarsi su di esso.
La vicinanza del piede al terreno e il differenziale dell'intersuola così basso permettono un ampia possibilità di snodo per la caviglia, che può lavorare sempre in condizioni di libertà e ottimale efficienza, con minor possibilità di andare incontro a storte in caso di appoggi sbagliati o mancati lungo discese tecniche o fondi viscidi.



Una scarpa nata quasi perfetta, per il suo genere; adatta ad atleti con corsa efficiente per affrontare percorsi dalla skyrace alle gare su lunghe percorrenze; adatta all'allenamento graduale per chi non ha una corsa efficiente e cerca di migliorare il proprio stile di corsa, senza soffrire troppo le asperità del fondo: come scarpa minimalista, è portata più alla protezione della pianta del piede che al permettere una maggiore sensibilità del fondo.

Ammortizzazione: 1
Stabilità: 5
Protezione: 3
Comfort: 3
Grip: 5
Peso : 5
Traspirabilità: 3


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